Mommo
orfano di padre e abbandonato dalla madre viene accolto nella
casa di massaio Turi.
Soprannominato "Scurpiddu" a causa della sua magrezza,
il bambino è subito benvoluto da tutti per la sua simpatia,
la sua voglia di imparare e la grande felicità di vivere
nonostante le difficoltà di tutti giorni.
Eventi lieti e tragici costellano le giornate di Scurpiddu:
gioie e dolori che si inseriscono nello scenario della campagna
siciliana e in un modello di vita popolare ormai superato
ma ancora carico di positivi insegnamenti.
A più di cento anni dalla sua pubblicazione il romanzo
di Luigi Capuana conserva tutta la sua freschezza narrativa,
traghettando nel terzo millennio valori come la solidarietà,
l'impegno, la ricerca della giustizia; ineliminabili riferimenti
della società umana di oggi e di ieri.
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